Un ritratto senza filtri della violenza di genere negli anni Trenta, con prefazione della criminologa Silvia Dariz. La vicenda è ricostruita dall’esame del fascicolo processuale conservaro all’Archivio di Stato di Venezia.
L’autore ci immerge immediatamente nel contesto giudiziario, presentando Giovanni Mores, definito dal Tribunale di Belluno come “ozioso, vagabondo e bestiale”. Questa introduzione non è solo una formalità, ma stabilisce fin da subito la natura del personaggio e la gravità dei suoi comportamenti. La storia di Giovanni e Maria è emblematica di una dinamica di violenza domestica purtroppo ancora attuale, ma con un elemento distintivo: la determinazione di Maria Gasperin. Lontana dal cliché della vittima succube, Maria, una giovane donna di 26 anni, trova la forza di ribellarsi, cacciando di casa il marito violento e provvedendo da sola al mantenimento delle due figlie, supportata dalla madre. Questa sua forza d’animo è un punto focale che rende la narrazione ancora più avvincente e tragica.


